Consigli utili

Raggruppo in questa pagina tutta una serie di consigli, direttamente sperimentati, su varie necessità mediche e terapeutiche che possono presentarsi con un gatto, dalla somministrazione di medicinali al posizionamento del collare elisabettiano.
Per amor di verità devo precisare che Rocco è, fortunatamente, un gattino molto buono e collaborativo. Con qualche altra iena di mia conoscenza molte delle procedure descritte qui sarebbero pressoché inapplicabili...

Come somministrare medicinali

1) medicinali liquidi

2) medicinali solidi (compresse e simili)

3) iniezioni

4) flebo (illustrato)

Come mettere il collare elisabettiano (illustrato)

 

Consigli pre e post anestesia

1) prima dell'anestesia

2) dopo l'anestesia

Come somministrare medicinali

1) medicinali liquidi (es. gocce, sciroppo, pasta, ecc.)

a) gatto facile.
Se il gatto è di bocca buona E il farmaco non va somministrato lontano dai pasti, basterà mescolarlo a un po' di scatoletta che gli piace (poca, per evitare che si sazi e non la finisca: poi dopo magari gli si dà anche il resto). In verità, i gatti sono soliti percepire anche il minimo sapore differente, ma in questo io sono stata fortunata e credo che comunque valga un tentativo, dal momento che, se funziona, è un tipo di somministrazione a zero stress per il gatto.

b) gatto difficile.
In questo caso, meglio diluire le gocce in pocaacqua e spruzzarle in bocca con una siringa. L'acqua deve essere poca: di più non diminuirebbe certo il saporaccio o lo stress per il gatto, e anzi si rischia che lui si stufi e sputi. Si deve inserire la punta della siringa (ovviamente senz'ago) in bocca lateralmente, più indietro possibile (ossia più vicino alla gola).
È importante NON piegare la testa del gatto all'indietro, poiché si rischia di fargli finire il liquido nei polmoni, con esiti anche pericolosi.
Se il gatto non si lascia neanche tenere fermo, si può cercare di placcarlo inginocchiandosi per terra, stringendo il gatto fra le ginocchia e poggiando il sedere a terra in modo che lui non possa "rinculare". Importante è anche la presa sulla collottola. La leggenda dice che consentirebbe di bloccare un nervo che automaticamente immobilizza il gatto. In verità credo che il successo della mossa credo che dipenda piuttosto da questioni meccaniche. Bisogna prendere la pelle sulla collottola con tutta la mano, non semplicemente fra le dita, e "tirarne su" il più possibile stringendo bene. Loro percepiscono ogni nostra incertezza o tentennamento...

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2) medicinali solidi (compresse e simili)

easypilla) gatto facile.
Basta aggiungere la compressa al cibo, sbriciolata o meno a seconda delle dimensioni. Se il gatto è di bocca buona (e se la compressa non è amara) non si curerà molto del sapore un po' alterato.
Altra ottima soluzione, purché il micio sia minimamente di bocca buona, è l'Easy Pill, una specie di "pasta" dura modellabile intorno alla compressa e molto appetibile.

b) gatto difficile.
Si può sbriciolare la compressa (io la metto dentro un foglio di carta da forno e la "comprimo" con un bicchiere), aggiungere un po' d'acqua e spararla in bocca con la siringa come descritto in 1b. Altrimenti, tenendo fermo il gatto sempre con la procedura descritta in 1b, si infila la compressa (intera o al massimo divisa a metà) in bocca, lateralmente e più possibile vicino alla gola, cercando di spingerla con la punta del dito più possibile in fondo alla lingua. Bisogna poi tenergli chiusa la bocca e massaggiargli energicamente la carotide, oppure strofinare la punta del naso con le dita, in modo da indurlo a leccarsi. Entrambe le operazioni dovrebbero far sì che il gatto sia portato a deglutire e quindi a ingoiare la pasticca (ma spesso in realtà gli rimane nascosta sotto la lingua o fra le gengive).
Dovendo somministrare più compresse insieme, e/o farmaci dal sapore amaro, io ho scoperto e brevettato... la capsula. Acquisto in farmacia capsule vuote, che poi riempio con il medicinale di turno, che siano i granuli omeopatici (difficili altrimenti da far inghiottire, così piccoli) o roba amara (anche sbriciolata/spezzettata per farcela entrare). La capsula consente di non sentire il sapore immediatamente e non si spappola in bocca a differenza delle compresse.
In alternativa, si può provare a ingannarlo seguendo le machiavelliche istruzioni descritte qui sotto per i chemioterapici.

c) chemioterapici.
Il capitolo è a sé perché la natura di questo medicinale non permette né di polverizzarlo, né di aprire eventuali capsule, ecc. in quanto ciò potrebbe diventare pericoloso anche per noi. Se la compressa è piccola (tipo Leukeran) e il gatto è di bocca buona, si può cercare di mescolarla (senza romperla) al cibo.
Altrimenti bisogna trovare il modo di farla mangiare al gatto senza rischiare di entrare in contatto noi con la compressa rotta o aperta.
Dopo innumerevoli esperimenti con le capsulone di Lomustina di Rocco (lunghe oltre 1 cm) sono giunta alla conclusione che la procedura migliore è la seguente: avvolgere la medicina in un piccolo quadratino di prosciutto crudo, quello che si compra in vaschetta ed è più "appiccicoso". Questo rende la pillola aderente. Avvolgere quindi il tutto in un pezzetto di mortadella (profumata e irresistibile), non troppa, perché un boccone troppo grosso rischierebbe di rompersi. Se al gatto piace, si può provare anche con la sottiletta, facendogli una sorta di raviolino.
Un'alternativa può essere anche il würstel "denocciolato": si taglia un tocchetto di würstel poco più lungo della pasticca, poi con la punta di una forbicina si scava un buco all'interno, che NON deve essere troppo largo. Meglio se la pasticca ci sta stretta e incastrata dentro. Quindi con un coltellino lo si stonda tutto un po' intorno, per non fare il boccone troppo grosso.
Per acquisire manualità e verificare le reazioni del gatto si possono anche fare delle prove con compresse o capsule non pericolose, per esempio compresse di lievito di birra.
Se le somministrazioni non sono quotidiane, io consiglio il placebo, per "confondere" un po' il gatto: cioè dare comunque, ogni giorno, il pezzetto di mortadella (o quel che più piace al gatto e che solitamente usiamo per nascondere la pasticca), all'interno del quale ovviamente non metteremo la medicina ma un croccantino, una capsuletta innocua di lievito di birra, una crosticina di pane, ecc.
Se non dovessimo riuscire nell'intento con i trucchi di cui sopra, è meglio chiedere al veterinario come procedere.

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3) iniezioni

AVVERTENZA: le seguenti istruzioni si riferiscono a iniezioni sottocute. Le intramuscolari sono più rischiose perché si può rischiare di prendere un vaso sanguigno e quindi è meglio lasciarle fare al veterinario.
Per le somministrazioni endovena l'intervento del veterinario è INDISPENSABILE.

Premettiamo che, con una buona percentuale di gatti, ogni nostro tentativo sarà vano e dovremo rassegnarci a un viaggio dal veterinario ogniqualvolta ci sia bisogno di un'iniezione. Ma provare, questo sì, si può.
Le iniezioni che si fanno agli animali sono solitamente sottocute. Le regole sono semplici: si solleva con due dita un lembo di pelle sul dorso (di solito verso le scapole) e si infila l'ago, sempre in direzione della testa. Personalmente, quando facevo le flebo a Rocco, ho notato che è più facile se si cerca di immaginare la "struttura" della pelle in tirare e di assecondarla con il percorso dell'ago. Quindi, avendo sollevato un lembo di pelle con due dita, l'ago entra più facilmente se lo si rivolge leggermente verso l'alto invece che perfettamente parallelo al dorso.
Sarà meglio essere in due, uno che tiene fermo il gatto (vedi 1b) e uno che fa l'iniezione.

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4) flebo

gabbia per fleboAVVERTENZA: le seguenti istruzioni si riferiscono esclusivamente a flebo sottocute.
Per somministrazioni endovena, è indispensabile l'intervento del veterinario.

A differenza delle iniezioni, le flebo necessitano di una preparazione preliminare di tutta l'attrezzatura necessaria. Avremo:

Per prima cosa, si apre la chiusura di sicurezza della boccia e si infila la punta del deflussore nel gommino.
Quindi si capovolge la boccia e si strizza la camera d'aria del deflussore fino a farla riempire per metà circa.
Poi si toglie il tappino in fondo alla cannula e si gira la rondellina lungo la cannula fin quando la cannula stessa si sarà riempita di liquido, senza bolle d'aria. Quindi si richiude la rondellina.
deflussore per fleboInfine, alla fine della cannula si applica l'ago a farfalla e si riapre di nuovo per qualche secondo la rondellina fino a far fuoriuscire ancora un po' di liquido.
Se nella flebo dobbiamo anche iniettare un medicinale, prepariamo adesso la siringa con cui lo inietteremo.
Ultimo accorgimento prima di inserire l'ago sottocute, aprire la valvolina (che nella foto a fianco è di colore rosso) sopra la camera d'aria del deflussore, altrimenti il liquido non scende.
Inseriamo l'ago sottocute secondo le istruzioni al punto 3, quindi ruotiamo la rondellina che stringe la cannula in modo da far defluire il liquido.
Quando il liquido ha cominciato a scorrere, è il momento (se necessario) di iniettare l'eventuale medicinale con la siringa. Basta infilare l'ago nell'ampolla di lattice che si trova di solito verso la fine del deflussore (nella foto a lato è di colore giallino) e iniettare il liquido lentamente (soprattutto se si tratta di un medicinale che "brucia"). Una volta terminata questa operazione, sfiliamo la siringhina, altrimenti essa - per qualche legge fisica che mi è oscura - si riempirà di nuovo.

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Come mettere il collare elisabettiano

Il collare elisabettiano è un dispositivo che si fissa intorno alla testa del gatto per impedire che si lecchi dopo un'operazione, una medicazione, ecc. Ne esistono di diverse misure a seconda della taglia degli animali. Per i gatti solitamente vanno bene quelli da 10 cm, però può essere necessario quello da 12 se la ferita in questione è verso il basso ventre o la coda, altrimenti il gatto contorcendosi riuscirebbe forse ad aggirare il collare e leccarsi lo stesso.
Qui di seguito sono descritte le procedure per mettere al gatto il collare. La cosa più difficile, in fondo, è ripetere queste operazioni... con la testa del gatto DENTRO!

collare elisabettianoCollare con ganci
Il collare qui a fianco è il più semplice da costruire.
Per prima cosa si devono predisporre i passanti alla base (e questo lo si fa prima di mettere il collare al gatto): basta inserire le tre striscette lunghe nelle rispettive fessure.
Poi si mette il collare intorno alla testa del gatto e si inserisce la linguetta (numero 1) nella corrispondente fessura (numero 2): ce ne sono tre, a seconda della misura del collo.
Infine, per tenere fermo il collare, si infila un collarino nei tre passanti e lo si chiude intorno al collo del gatto.

collare elisabettiano Collare con fibbia
Il collare raffigurato qui a sinistra invece è un po' più difficile da mettere.
Innanzitutto si devono creare le tre fibbie alla base del collare, con la stessa procedura descritta per la foto sopra.
Dopodiché bisogna per prima cosa posizionarlo correttamente: la parte con i due buchi rettangolari (qui indicati dalla doppia freccia rossa) e la striscia lunga va SOPRA, la parte "intera" va sotto.

collare elisabettiano Adesso prendiamo la striscia di plastica, la pieghiamo verso il sopra e la facciamo passare
1) dentro al primo buco grosso rettangolare e subito dopo
2) sotto la prima fessura che incontriamo, verso il basso del collare.
(N.B. naturalmente anche qui ci sono 2-3 file di fessure posizionate a seconda della misura del collo del gatto)

collare elisabettiano Ora dobbiamo riportare verso l'alto l'estremità della linguetta, facendola uscire da sotto la fessura immediatamente sopra a quella in cui l'avevamo infilata, e quindi facendola uscire sopra anche dal buco rettangolare.

collare elisabettiano Ripetiamo l'operazione anche per la seconda fibbia, inseriamo la linguetta infine nell'ultima fessura in alto e il collare è messo.
Ripeto, tutto questo deve avvenire con la testa del gatto GIÀ dentro!

Consigli pre e post anestesia